Come l’Associazione Isoipse, L’Altra Montagna è un progetto in continua evoluzione e sperimentazione, che vuole adattarsi a territori diversi e che va in cerca di linguaggi comunicativi sempre nuovi. Questo a partire da alcuni capisaldi che guidano il lavoro e attorno ai quali il progetto continua a crescere, trasformandosi e maturando nel tempo.
Le Dolomiti UNESCO
L’Altra Montagna nasce nel contesto dolomitico e coinvolge paesi all’interno delle aree buffer delle Dolomiti UNESCO caratterizzati da un’economia turistica ancora da sviluppare o in crisi. Ad accomunare i paesi dell’Altra Montagna è l’interesse da parte delle comunità e dei loro amministratori a compiere un percorso di innovazione e riconversione turistica (anche complementare con lo sviluppo turistico classico), aderendo ai principi di sostenibilità. Dato l’interesse a sperimentare una comunicazione innovativa per promuovere il turismo sostenibile, l’Altra Montagna si presta ad adattarsi a paesi e comunità anche al di fuori delle Dolomiti e, inteso come format e metodologia di lavoro, può essere replicato nei contesti più disparati, anche non necessariamente montani.
Tuttavia è nelle Dolomiti Patrimonio UNESCO che il progetto trova il suo senso più profondo e forte ancoraggio. Innanzitutto perché contribuisce a decifrare la complessità di quel riconoscimento mondiale, facendo conoscere e incontrare chi abita e dunque plasma il patrimonio dolomitico. Allo stesso tempo aiuta gli abitanti a collocarsi, con il proprio vissuto e il proprio presente, all’interno di un bene patrimonio UNESCO: processo fondamentale per facilitare il lavoro di mediazione con il territorio e favorire incontri non stereotipati con i turisti.
Le Dolomiti sono inoltre un territorio particolarmente interessante in quanto polarizzato tra regioni oggetto di destinazioni turistiche di massa e zone marginali con poca forza attrattiva, nonostante un patrimonio culturale e naturale diffuso - con tratti comuni e tante specificità - su tutta l’area UNESCO. Da qui la volontà di trovare una chiave di lettura per far emergere e raccontare quelle Dolomiti meno battute dai turisti, eppure così ricche di tesori anch'esse.
Il silenzio
L'altra montagna è quella più silenziosa che occupa la superficie più vasta delle Terre Alte. È la montagna interna, che si sta spopolando e perciò, spesso, è anche quella che per prima cerca alternative per resistere.
In Altra Montagna il tema del silenzio si è fatto strada da sé, configurandosi come fil rouge del progetto e declinandosi in modo meravigliosamente polifonico: il silenzio della natura, il silenzio della solitudine, il silenzio dello spopolamento, il silenzio dell’assenza del rumore della città, il silenzio del non riuscire a far sentire la propria voce, il silenzio di riuscire finalmente a sentire la propria voce interiore, il silenzio della mancanza di un racconto della montagna libero dagli stereotipi, il silenzio di luoghi che non godono della visibilità di località di montagna ben più note.
Il silenzio della montagna è in realtà un pieno e non un vuoto: è solo nel silenzio che si possono ascoltare gli infiniti rumori della natura e sentire le voci di chi abita i luoghi.
Dal silenzio come assenza di rumore si arriva al silenzio spazio fertile per far emergere una possibile nuova voce: quella di una narrazione turistica che prova ad essere più soggettiva e condivisa, quella di L’Altra Montagna.
La partecipazione della comunità
Protagonisti del progetto sono gli abitanti dei paesi dell’Altra Montagna: amministratori, cittadini, operatori turistici, imprenditori, operai, casalinghe, giovani, vecchi, uomini, donne, residenti, abitanti di seconde case o affezionati al luogo. Tutti sono invitati a prendere parte al processo, perché la comunicazione turistica è costituita dalle storie di chi le Dolomiti le abita e scommette sul valore e il significato che hanno i ricordi, i racconti personali e gli angoli, apparentemente forse poco attrattivi in un'ottica di turismo di massa, ma importanti da un punto di vista esperienziale ed esistenziale per chi ogni giorno li vive.
Chi partecipa al processo di narrazione turistica non lo fa come portatore di interesse (stakeholder) bensì come membro della comunità (community holder). Almeno fino ad oggi, il processo partecipativo ha mirato a coinvolgere i cittadini in quanto abitanti e solo secondariamente come operatori del turismo. Come abitanti si decide quali narrazioni selezionare e condividere, si incrociando visioni e vissuti, e insieme - negli incontri, nei tavoli e nelle passeggiate collettive - si decide come rappresentarsi, cosa tralasciare e cosa evidenziare, a cosa dare risalto e cosa tenere nell’ombra.La partecipazione in L’Altra Montagna non è quindi funzionale ad un processo decisionale ma è pratica fondativa per co-costruire l’immagine che il paese vuole dare di sé in modo aderente al proprio vissuto.
La partecipazione è dunque strumento e obiettivo insieme, è principio, valore, metodo e garanzia. La partecipazione è uno dei pilastri che regge l’intero progetto.
Una comunicazione 'Altra'
L'Altra Montagna è un racconto turistico nuovo, partecipato e corale, mediato dai professionisti del team Isoipse e costruito insieme a collaboratori esperti di comunicazione multimediale, a partire dagli elementi di patrimonio identificati con gli abitanti delle Dolomiti silenziose.
L’Altra Montagna propone un’alternativa all’approccio standard del marketing turistico che promuove l’esperienza eccezionale e il prodotto turistico dedicato, attribuendo valori utopici e chiavi di lettura oggettivanti alla destinazione e alle offerte turistiche.
Con L’Altra Montagna si sperimentano i confini della comunicazione turistica. I prodotti della comunicazione (output finali del progetto) possono essere convenzionali nella forma ma non nei contenuti, oppure utilizzare linguaggi artistici e performativi non usuali nella promozione turistica. Quello che conta è l’aderenza al vissuto, ai punti di vista e alla scala dei valori dagli abitanti. Dietro questa idea di comunicazione c’è la volontà forte di non appiattire il racconto di un luogo a uno stereotipo che sia quello di una montagna-parco dei divertimenti, oppure quello di montagna ferma nel tempo. L’Altra Montagna si apre timidamente al turista nella sua imperfezione, soggettività e nei suoi ritmi di vita quotidiana per mostrare la sua più profonda e segreta bellezza.
Complessità e sfida del progetto è tenere insieme la partecipazione attiva delle comunità con l’elaborazione dei prodotti della comunicazione, trovando un equilibrio tra aspettative locali, standard di comunicazione turistica e approcci comunicativi coerenti con il turismo sostenibile.
Il turismo sostenibile
Spesso ci viene chiesto a che target turistico si rivolge la comunicazione dell’Altra Montagna: il turismo che si vuole incentivare mette al centro il piacere dell’ascolto e la curiosità di un incontro attento con le comunità e i luoghi.
Il turismo a cui pensa L’Altra Montagna è assimilabile in parte al turismo culturale (turisti mossi dall’interesse per stili di vita, architettura, storia, paesaggio, ecc), al turismo responsabile (turisti consapevoli che la scelta della destinazione ha un valore e un impatto economico sui luoghi), al turismo esperienziale (turisti che cercano esperienze uniche che solo specifici luoghi e i loro abitanti possono far vivere) e al turismo che ama esplorare l’ambiente montano, in particolare con passeggiate e biciclettate.
L’Altra Montagna contribuisce a diffondere nelle comunità il concetto di sostenibilità del turismo, così declinato:
- DUREVOLE E PIANIFICATO, che valuta gli impatti sul lungo periodo, armonizzando crescita economica con il buon mantenimento del patrimonio paesaggistico dei luoghi;
- DIFFUSO NEL TEMPO, superando il limite della stagionalità, E DIFFUSO NELLO SPAZIO, superando la polarizzazione tra località turistiche e non, attrezzate e non, iconiche e non;
- DIVERSIFICATO E INTEGRATO, ossia capace di valorizzare tutte le risorse già presenti in loco e la sua identità;
- ECONOMICAMENTE VITALE, in quanto fonte di benessere e di vita per la comunità;
- PARTECIPATO, dove gli abitanti sono attori consapevoli e proattivi nello sviluppo turistico del territorio.